lunedì 29 dicembre 2008

solstizio a Newgrange

IMG_4523IMG_4531IMG_4554(scritto il 1 Febbraio 2008)

Non so se sia giusto cominciare a parlare qui di "paganesimo". Che poi è una parola a volte troppo inflazionata, associata a movimenti "new age" superficiali e ciarlatani... altre volte è una parola sottovalutata, associata a cose che si credono estinte. Ma non lo sono.
E' da tanto tempo che vorrei affrontare pubblicamente questo argomento... da qualche parte dovrò cominciare.
Cominciamo da me: se qualcuno mi chiede, "tu credi in dio?" io rispondo di no.
Ma se qualcuno mi chiede se sono religioso, o meglio, se vivo una mia spiritualità e credo in qualcosa, allora rispondo di sì.
Credo ci sia una bella differenza tra le due domande. Non credo nel dio dei cristiani, cattolici o protestanti, non credo in buddha, in allah. Di cosa penso della chiesa, e delle religioni come controllo della massa, penso lo si possa intuire, in ogni caso ne parlerò più in dettaglio un'altra volta.
Credo in cose che la chiesa ha cercato di reprimere in tutti modi, di cancellarle dai calendari "pagani" sovrascrivendole con feste cristiane (l'esempio più ecclatante è la festa di tutti i santi, o Halloween). Credo in cose per cui durante l'epoca dell'inquisizione si finiva sul rogo, cose bollate nell'arco dei "secoli bui" come stregoneria, adorazione del demonio, etc... cose che sono invece la più elementare e naturale delle forme in cui l'uomo conviglia i sentimenti di "ringraziamento" e adorazione verso il proprio microcosmo. Credo che esistano equilibri, e forze che li regolano e che noi non possiamo comprendere. Ma chi ha una certa sensibilità sa cosa fare o non fare per sconvolgere il meno possibile questi equilibri.
Io credo in ciò che tante popolazioni più sagge di quanto lo siamo noi ora chiamavano "la madre Terra". Credo che l'unica "divinità" sia l'ambiente, l'intreccio delle forze e dei cicli della natura che iniziano e terminano e ricominciano e così via, da quando l'uomo ne ha memoria.
Non ho "scelto" io una religione, non l'ho individuata in mezzo alle altre, ma mi sto rendendo conto sempre più che questa "madre Terra" è ciò che io rispetto e che vorrei che gli altri rispettassero. Ciò che io sento all'origine della vita, che ci può schiacciare o spazzare via in un attimo (per esempio con uno tsunami...) se il nostro non-rispetto si spinge fino ad un punto di non-ritorno.
Mi sono accorto di tutto ciò poco alla volta, per esempio dal fatto che non riesco (proprio NON RIESCO) a gettare per terra la carta di una caramella. Magari accumulo una pallina di 50 cartine in tasca ma aspetto comunque il primo bidone per strada... Dal fatto che non mi viene mai da pensare, "non lo faccio nemmeno io, tanto non lo fa nessuno e non cambia niente"...
E io credo che tra i misteriosi rituali dei druidi che cercavano di ingraziarsi la fecondità del terreno, e questo sentimeno di "rispetto" verso il pianeta, non ci sia poi così tanta distanza...
Oppure, chi cerca oggi rimedi "omeopatici" e comunque più naturali possibili, anzichè ingurgitare decine di pillole al primo mal di testa, sicuramente continua una "tradizione" di conoscenze popolari che secoli addietro caratterizzavano le "streghe" e gli "stregoni" che furono sterminati dalla chiesa.
Ma a proposito di rituali. L'estate scorsa durante il mio indimenticabile viaggio in Irlanda, sono stato nel luogo che più di tutti mi ha avvicinato a questa "spiritualità": si chiama Newgrange, o Bru-Na-Boinne, in gaelico. Qui c'e' un antico complesso di sepoltura abitato da più di 4000 anni, prima dagli uomini del neolitico, poi dai Celti. Si tratta di enormi tombe circolari costruite con pietra e terra, con corridoi al loro interno che conducono alle camere funebri. Tutti questi luoghi sono decorati con particolari simboli incisi nella pietra, che avevano sicuramente significati astronomici e religiosi. Da qui proviene per esempio la "spirale della vita", ed anche il triskell (la tripla spirale). Ma questi luoghi non sono solamente tombe: qui avvenivano complessi rituali legati alla vita, oltre che alla morte. Sappiamo così poco di questi rituali, ma non tutto è andato dimenticato... Per esempio, nella più grande di queste tombe, il giorno del solstizio d'inverno si radunavano probabilmente i "sacerdoti" (druidi, o in qualunque altro modo vogliamo chiamarli) per aspettare l'arrivo della nuova stagione. L'ingresso era infatti di norma sigillato, e comunque all'interno è buio pesto. Ma il lungo corridoio è rivolto in modo tale che all'alba del solstizio, per circa un quarto d'ora il primo raggio del sole nascente entra da una fessura sopra l'ingresso, illumina poco a poco tutto il corridoio fino a portare la luce dentro la camera funebre.
All'esterno del grande tumulo, che è al centro di un largo cerchio di pietre (i celebri "menhir") restavano probabilmente tutti gli abitanti del villaggio, in quanto la camera interna non è molto grande e comunque è noto che c'era una casta di persone che sovrintendevano ai culti sacri.
Ho avuto la fortuna di assistere ad una ricostruzione di questo spettacolare fenomeno (viene simulato il raggio di sole del solstizio) ed è una delle cose più emozionanti che ho vissuto.
Immaginarmi i druidi in silenzio all'interno del tumulo, in piedi nel punto esatto in cui mi trovavo io, mentre aspettavano l'alba, è stato qualcosa di veramente... "magico".
L'ipotesi più accreditata del significato di questo rituale è quella che ancora si narra nelle leggnde contadine degli abitanti di quei luoghi: cioè che alla fine dell'inverno si attendesse questo primo raggio di luce per essere certi che il freddo se ne sarebbe andato, ancora una volta. Forse avvenivano preghiere, forse sacrifici, o forse non c'era in realtà nessun mistico silenzio nella tomba, e magari si ubriacavano tutti con birra e idromiele... Questo non lo possiamo sapere. Sappiamo però che i Celti avevano una concezione circolare dello scorrere del tempo, e non lineare. Noi oggi contiamo gli anni in successione, per loro esisteva un'unica "ruota del tempo" che che girava ciclicamente. Il loro "capodanno" era anche il periodo della festa dei morti (halloween). In quei giorni "seppellivano" i semi sotto terra, come si seppelliscono i morti. E forse pregavano i morti affinchè il raccolto crescesse senza problemi e li sfamasse per un altro intero ciclo.
A Newgrange, all'alba del solstizio d'inverno, essi attendevano quindi un segnale dalla "madre Terra": attendevano la certezza che il rigore e la difficoltà di sopravvivenza invernali se ne sarebbero andati, lasciando il posto ai raccolti ed alla selvaggina. Cicli che si ripetono, insomma, di cui però essi non erano certi. Ecco anche, secondo me, una possibile spiegazione delle spirali, dei triskell ed altri simboli incisi a Newgrange.
Forse, mi dico io, dovremmo imparare da tutto questo. Non dovremmo essere così sicuri che ogni volta il ciclo ripartirà. Anche se la sopravvivenza è certamente più facile rispetto a 4000 anni fa, l'ecosistema è però più debole, più instabile, per colpa nostra soprattutto. Quindi, credo che dovremmo fare molta attenzione ed essere anche noi certi che quel "raggio di luce" continui ad illuminarci, stagione per stagione.

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