lunedì 29 dicembre 2008

vecchia/sporca/Ravenna

(scritto il 17 Dicembre 2007)
Ravenna piena di tristi persone dallo sguardo basso e triste. Di quella tristezza arrabbiata, come se soltanto loro avessero diritto ad essere tristi. I borghesotti o finti borghesotti della mia età nascondono questo senso di smarrimento con l'arroganza, ostentano l'arrivismo del giovane rampante, frequentano i caffè alla moda e gli aperitivi da 50 euro a botta. Me li devo sorbire fin dalla mattina, questi simpatici individui. Ogni volta che qualcuno non si ferma a darmi la precedenza anche se ce l'ho, ogni volta che qualcuno attraversa sulle striscie pedonali senza nemmeno guardare, come se tu che stai guidando fossi un evento casuale che non merita la loro attenzione. Magari io mi fermo a lasciarli passare, mi sarei fermato comunque, ma questi nemmeno il cenno di un saluto, nemmeno un sorriso, mai un grazie. Come se tu fossi un microbo insignificante che non meriti la loro attenzione. Gli devi rispetto e non puoi pensare di pretenderlo da loro. Poi, gli stessi individui sono quelli che quando sono loro a guidare la macchina non si fermano a farti attraversare la strada quando tu sei a piedi. Nemmeno se gli spari.
Ricordo l'Irlanda... è passato solo qualche mese ma sembra lontanissima. Ricordo la cordialità degli irlandesi, la voglia di fare due chiacchiere con te quando ti siedi al bancone e magari è la prima volta che ti vedono. Gli estranei, soprattutto i più anziani, che quando ti incontrano a piedi per strada ti salutano. Le prime volte, abituato al rigido clima mentale dei ravennati, mi stupivo quasi. Ma non c'è niente di cui stupirsi: è come dovrebbe girare il mondo. Non gira così ovviamente.
Quasi sempre riesco ad ignorare questi atteggiamenti sprezzanti e inopportuni. A volte magari mi danno fastidio, ma poi passa subito, non ne vale mica la pena di prendersela. In fin dei conti è la loro vita ad essere triste e rabbiosa, non la mia.

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